Come in tutte le cose, la rinascita della pelliccia dopo la fine del secondo conflitto mondiale è stata improntata all’autarchia più assoluta.Ecco che la diffusione di pellicce e guarnizioni in pelliccia è stata segnata dall’uso di pelli di animali allora “ a buon mercato “ e disponibili a km 0 diremmo adesso o quasi. Accanto alle pelli tradizionali di volpi visoni e zibellini, appannaggio delle elite, troviamo i conigli le talpe, il capretto d’Asmara gli agnelli ecc.
In alcuni paesi quali Inghilterra e Francia viene addirittura incoraggiato l’uso della pelliccia, in quanto, a causa della carenza di materie prime quali la lana si spinge all’uso della pelliccia il compratore, nel segno del far da sé..
Negli States le star spingono la moda della pelliccia esaltandola ai massimi livelli, diversificando il gusto, oltre al capo tradizionale, guarnendo giacche cappotti stole e cappe con vistosi profili di pelliccia ,in un connubio tessuto e pelliccia decisamente innovativo e glamour. Siamo in un periodo decisamente difficile per il commercio in genere e per la moda in particolare, in cui accanto a capi in leopardo o ocelot vediamo giacche e cappotti in lapin e nutria in un mix decisamente contrastante ma che bene interpreta la difficoltà del momento. E sono proprio le star che diventano le ambasciatrici del vestire in pelliccia durante il periodo bellico e subito dopo.
Come non dimenticare le pose sensuali di Marlene Dietrich avvolta in una stola di volpe bianca o di Rita Hayworth, adagiata su un mucchio di pellicce di ogni tipo con una stola di visone gettata su una spalla.
Arrivando ai giorni nostri scopriamo Naomi Campbell indossare dei brillanti visoni Black Glama. Attorno agli anni 40,complice anche una congiuntura economica non favorevole,vediamo la pellicceria assumere un ruolo importante nella moda per quanto riguarda le applicazioni.Sono ancora poche le persone che si possono permettere un capo intero in pelliccia.Assistiamo ad un trionfo di colli e polsi in visone e persiano o zibellino ad ornare cappotti e tailleur,e poi stole e scialli in martora o cincillà, e poi boleri e gilet, bordature verticali e orizzontali ad impreziosire gonne e giacche.Grande spazio in questo periodo lo trovano i cappelli in pelliccia, declinati nelle più svariate forme e dimensioni.
Nel dopo guerra, complici le nuove lavorazioni e colorazioni, la pelliccia coinvolge un po’ tutte le più importanti case di moda,in un innamoramento che contribuisce al desiderio di lasciarsi alle spalle gli anni della guerra.
Comincia un nuovo importante ciclo di moda.